Break my bodyKIRSTI TAYLOR BYEIl tema del lavoro condiziona, fin dalla nascita, la nostra vita. Il nostro corpo, attraverso il peso e il movimento, è il primo strumento che ci consente di percepire questa condizione. Ma intorno a noi esiste un micro-universo fatto di piante e insetti che mostra una naturale inclinazione al lavoro, spontaneo e inarrestabile. Troppo spesso non consideriamo questo lavoro, troppo spesso non ci rendiamo conto che quest’universo sta lavorando per noi. “Questa è l’industria, il lavoro, dell’artista, della città, dello spazio, degli insetti e delle macchine. Questi sono i segni che qualcosa è successo. Questo è, questo è quello che è successo. Dentro e fuori, fuori e dentro. Le larve di seta mangiano le foglie di gelso e creano un bozzolo attorno al loro corpo, preparandosi all’età adulta. Facciamo bollire le larve vive nel loro bozzolo e sbrogliamo questo filo finissimo, infiliamolo in un filo più spesso, filiamoli in un tessuto lucido. Questo è il materiale di cui sono fatti i sogni. L’insetto impollina il fiore, il fiore perde i suoi petali e dall’ovario si forma il frutto. Il frutto viene raccolto, lavato e digerito. I dolci sogni sono fatti di questo. Anche prima di essere cosciente, il mio corpo si sta preparando a lasciare il letto. Il mio cervello sta creando gli impulsi elettrici per far dondolare i miei piedi da sotto la coperta e sul pavimento. Il percorso del giorno è già predeterminato, e io vivo beatamente nell’ignoranza. Il percorso nel mio cervello e il percorso nel terreno possono essere visti come linee tracciate a matita su una carta comune, esse sono già presenti, ma in una stanza diversa. La caduta è ciò che sconvolge il tempo, il percorso. Il mio corpo mi fa sapere che questo non è quello che era inteso, mi offre una bandiera di avvertimento in nero, blu, viola, rosso e verde. Dormire, forse per sognare – sì, appare il problema. La morte di qualcosa così che possa diventare qualcos’altro. Le strisce di corteccia di un ramo spezzato si intrecciavano in una casa per coleotteri senzatetto. Le cozze si aprono in modo che le conchiglie possano essere utilizzate come dispositivi per la rimozione dei peli. Il limone viene raccolto per arrivare alla buca, per succhiarne il seme, per piantarlo e ottenere un nuovo albero. Così, la fine di una vecchia storia innesca l’inizio di una nuova storia.” (K.T.B.) Progetto realizzato nell’ambito della residenza d’artista “OMNE/WORK”, Castelfranco Veneto 31 maggio – 11 giugno 2016, esposto durante OMNEFEST (Museo Casa Giorgione, 13 ottobre – 9 dicembre 2018) e pubblicato nel volume “OMNE/WORK 2016-2018”, LetteraVentidue, Siracusa 2018. |
Titolo | Attività | Autore | Categoria | Collaborazione | Luogo | Anno | |
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OMNE/WORK territorio come laboratorio | WORK | Artisti vari | Mostra | D.O.O.R. ROMA | Roma, DOOR | 22-06-2019 | |
Work | OMNEFEST | Artisti vari | Mostra | Museo Casa Giorgione e Casa Costanzo, Castelfranco Veneto | 13-10-2018 | ||
Working around work | OMNEFEST | Artisti vari | Mostra | Castelfranco Veneto, Meidea Atelier | 12-10-2018 | ||
OMNE/WORK 2016-2018 | WORK | Artisti vari | Pubblicazione | 30-09-2018 | |||
Break my body | WORK | KIRSTI TAYLOR BYE | Progetto | 31-07-2016 | |||
Work | WORK | Artisti vari | Residenza d'artista | Villa Parco Bolasco, Castelfranco Veneto | 31-05-2016 |